17 gennaio 2015

non scrivere, scrivi


Novembre 2009.
In breve tempo era chiara una sola cosa. Per scrivere della balena bianca occorreva la forza caparbia e cieca che io non possedevo. Sostituivo l’affanno alla scrittura, il delirio alla narrazione. Occhieggiava una nuova stagione di nevrosi elettriche. Non c’era più una sola balena bianca in testa ma ce n’erano tante quanti eravamo noi a cercarla. Infinite balene ovunque. Infinite, loro ridevano.

Io e te eravamo opposti complementi di un viaggio per uno solo. Non scrivere, scrivi. Attendi.

Incline al marinaio scrittore, al suo viaggio poetico abissale, capivo di pagina in pagina, di rilettura in rilettura, che la fine del lavoro e la salvezza delle sue intenzioni, avrebbero coinciso con l’infinitezza del tutto. Era già una delusione invitante, l’entusiasmo di averne ragione poi.

Ritornavo sui miei passi stanco e rabbioso. Ti scrivevo poi una lettera, per dissipare i dubbi. Per scrivere di non aver scritto nulla.