11 gennaio 2015

noi, Ismaele

L’Inizio è sempre una seconda volta, un sogno ricorrente
C’era un brusio fumoso nella testa. Diverse notti sogni fluttuanti su un mare calmo, infido.
Frequenze sottili ininterrotte attraverso i timpani, giù fino alla gola, fino a tacerti indurito nelle mascelle. I pochi spiccioli messi in fila sul piano dello scrittoio. Le finestre serrate senza scampo.
Quel giorno una volta sveglio potevi impazzire. Potevi uccidere. Giorni d’autunno e di fuliggine, sprigionano mostri assopiti in quei giorni senza più sangue né ragione.
O ti muovi o puoi credere di essere scomparso per sempre dentro la tua memoria.
Ti sollevi, ti affacci alla finestra e guardi la vita con sgomento. Cos’è tutto quell’agitarsi là fuori?
Decidi di andare per mare, di incamminarti prima verso un rivolo d’acqua, così, ritrovare i tuoi passi nei luoghi che hai già camminato troppe volte. Cammini poi senza seguire che i passi, disperdi coscienza, ti addentri nell’ultimo sogno a forma di balena, affidi a quello un moto di entusiasmo, e sorride lo sguardo, Ismaele.